Dal punto di vista colturale il castagno predilige i terreni d’origine vulcanica è questo è quanto si registra a Mortisa, frazione alta di Lugo, nella fascia attorno ai 500 metri di quota, con esposizione a sud e piovosità contenuta. La presenza di ‘maronari’ di oltre 500 anni d’età è prova di una combinazione pedoclimatica ideale e di una indubbia specializzazione colturale; se così non fosse, le piante non avrebbero raggiunto tale maestosità.
È bene dire che la tipicità della produzione non deriva tanto da una varietà esclusiva della zona, ma piuttosto da una serie di elementi, prima fra tutti la forte mineralità del terreno, che fanno risaltare il marrone di Mortisa per sapore e consistenza. Ciò non significa che l’uomo sia estraneo a tale risultato: è verosimile, infatti, che un’opera di selezione varietale, per quanto empirica, sia stata attuata nei secoli dai coltivatori. A tal fine ancora oggi è fondamentale momento di confronto l’annuale Mostra dei Maroni di Mortisa, che dal 1975, la terza domenica d’ottobre, ha istituzionalizzato il tradizionale momento di festa all’indomani del raccolto.Al giorno d’oggi sono 80 i coltivatori e circa 300 i quintali di marroni raccolti dalle 1000 piante di marroni censite in zona. Al di là dell’evento di piazza, che culmina con la premiazione del Maron de Oro, di anno in anno la manifestazione ha arricchito la conoscenza che la Comunità Montana dall’Astico al Brenta ha del parco botanico. L’individuazione delle piante rispondenti agli standard migliori ha consentito di allestire un vivaio, dal quale a regime usciranno ogni anno 300 piantine di castagno, nella prospettiva di sostituire quelli che per vetustà sono giunti a fine carriera, ma anche di estendere la superficie specializzata a castagneto.
Il carattere più ricercato è l’integrità del frutto, senza pellicole interne alla polpa, magari di pezzatura contenuta ma unico; considerando che la fecondazione, singola o multipla, è regolata da fattori genetici, si capisce l’importanza del lavoro di selezione. Quando i nuovi impianti daranno frutto, la produzione, oggi assorbita per lo più dal consumo locale e dal mercato di Bassano del Grappa, raggiungerà livelli tali da consentire l’auspicabile lavorazione di una sua parte sotto forma di dolci e conserve, nel segno dell’Associazione Produttori Marroni dall’Astico al Brenta. È già realtà, invece, la Strada dei Marroni – da Pianezze a Calvene soffermandosi tra le colline di Mortisa – tabellata dalla Comunità Montana a margine della Strada del Torcolato e dei Vini di Breganze.