L'Istituto Strampelli di Lonigo

La banca del germoplasma dei cereali

L'Istituto di genetica e sperimentazione agraria "N. Strampelli" di Lonigo della Provincia di Vicenza, sin dalla sua fondazione ha operato nel campo del miglioramento genetico delle diverse specie agrarie, costituendo in particolare alcuni ibridi a granella vitrea di mais, come l'Italo 225 e Italo 270 (Italia - LOnigo) e numerose varietà di frumento tenero come Lucciola, Leopardo, Lampo, Lontra, Libellula (varietà della serie "L" - Lonigo). Queste ultime sono state coltivate a partire dagli anni Sessanta su tutto il territorio nazionale, nei paesi dell'est europeo ed in Cina, su una superficie complessiva superiore a qualche milione di ettari nei diversi anni.

Oltre a tale attività, importante per le ricadute nel panorama varietale nazionale e internazionale, l'Istituto ha provveduto a conservare alcune tra le più diffuse popolazioni e vecchie varietà di mais e frumento tenero presenti nel Veneto, costituendo una Banca del Germoplasma dedicata ai cereali, tra le più importanti a livello nazionale.

Attualmente a Lonigo sono conservate più di 600 accessioni - questo il termine tecnico - di vecchie varietà e popolazioni locali di cereali tra cui il Marano, il Biancoperla, il Nostrano dell'Isola, il Fiorentino, il Rostrato per il mais o il Grano del Miracolo, il Cologna Veneta, il Piave, il Canove, il San Pastore, il Lonigo 1 per il frumento tenero.

Molte di queste varietà sono state determinanti in passato per lo sviluppo della cerealicoltura nel Veneto e rimangono ancora oggi importanti, in alcuni casi, per l'utilizzo nel campo del miglioramento genetico. Non trascurabile, inoltre, è il loro valore storico e sociale, per gli usi e le tradizioni legati al nostro territorio.

La riscoperta delle produzioni tipiche

I più grandi cambiamenti nella coltivazione del frumento in territorio vicentino, sono legati all'opera di Nazareno Strampelli e alla battaglia del grano con la costituzione di varietà come Ardito, Mentana e San Pastore. Per il mais è il secondo dopoguerra il periodo in cui si assiste a uno dei più grandi mutamenti che determinarono la graduale scomparsa delle varietà a impollinazione libera: l'arrivo dagli Stati Uniti dei mais ibridi. Questi, grazie alla loro maggiore produttività, hanno rapidamente soppiantato le vecchie varietà, relegandole in piccole aree circoscritte del Veneto, come l'alto vicentino, la Marca trevigiana o la montagna bellunese.

Oggi si assiste a una riscoperta da parte del grande pubblico di tali produzioni e alla nascita di associazioni come il Consorzio Tutela Mais Marano e l'Associazione Conservatori Mais Biancoperla, costituitesi anche grazie all'azione di sensibilizzazione condotta dall'Istituto "N. Strampelli".

Altre potrebbero essere le varietà da valorizzare: dalle varietà a impollinazione libera di mais Rostrato e Fiorentino della provincia di Belluno, alle vecchie popolazioni e varietà di frumento tenero come il Piave, il Cologna e il Mentana, per le quali è in corso una promozione nel territorio, rivolta in particolare ad agricoltori e agriturismi.

Reputiamo queste iniziative importanti, in quanto in grado di valorizzare alcune delle produzioni tipiche più fortemente radicate nel nostro territorio, garantendo contemporaneamente la conservazione nell'ambiente di selezione e di adattamento, di una diversità genetica che deve essere considerata, a tutti gli effetti, un "patrimonio comune" da preservare per le generazioni future.

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