L’olio extravergine d’oliva vicentino: dai Berici al Grappa

olio di olivaIl 45° parallelo, che attraversa la pianura Padana, è indicato come limite superiore dell'areale dell'olivo e questo spiega perché la sua coltura in Veneto dipenda da condizioni ambientali particolarmente favorevoli: come sul versante orientale dei Colli Berici, con epicentro a Nanto, dove la flora spontanea è addirittura di tipo mediterraneo, o sulla Pedemontana del Grappa, dove la collina di Pove gode di una situazione climatica particolarissima. Queste, le due zone storiche dell'olearia vicentina, riconosciute nell'ambito della Dop Veneto con le sottodenominazioni geografiche Colli Berici-Euganei e Grappa.

Poi, c'è una realtà olearia diffusa di pari passo alla vigna: nella Pedemontana dell'Altopiano di Asiago e sulle propaggini occidentali dei Monti Lessini, rispettivamente nelle zone dei vini Doc Breganze e Gambellara. La composizione dell'oliveto vede la prevalenza delle varietà più resistenti al freddo con apporti caratterizzanti di varietà locali: nel Grappa, Frantoio e Leccino (con apporti di Grignano, Pendolino, Maurino, Leccio del Corno e Padanina); nei Colli Berici, Leccino e Rasara (con apporti di Frantoio, Maurino, Pendolino, Marzemino, Riondella, Drop e Matosso).

L'olio di Nanto

A diffondere l'ulivo in tutta Italia, anche alle soglie delle Alpi, furono i romani; ma determinante in Veneto è stata l'azione dei dogi che, volendosi cautelare dalle mattane dei grandi produttori mediorientali, impiantarono questa pianta in tutte le zone favorevoli dell'entroterra.

Oggi nel Vicentino, che rappresenta una delle stazioni più settentrionali della coltura, si contano oltre 40.000 piante, in prevalenza della varietà Frantoio, per una produzione di circa 500 quintali d'olio all'anno. Due le zone tipiche: le Colline Bassanesi e i Colli Berici, con fulcro rispettivamente a Pove del Grappa, che festeggia l'ulivo ai primi di aprile, e a Nanto, dove l'abbinata olio-tartufo tiene banco a metà luglio. La qualità del prodotto, stando anche alle analisi, è ottima: i colli e il pedemonte vicentino sono terra ideale per l'ulivo tant'è che solo di rado si fa ricorso a trattamenti antiparassitari.

L'olio di Pove, "conca degli olivi"

Pove del Grappa è un paese di poco più di 3.000 abitanti adagiato ad anfiteatro ai piedi del versante sud-ovest del massiccio che dal 1948 compare nella denominazione ufficiale del comune.Anche se il nome del paese sembra derivi con tutta probabilità dal latino povoledum, ossia pioppeto, è un altro albero a caratterizzarne oggi.

Pove del Grappa e l’olivo formano infatti un connubio indissolubile talmente questa pianta connota il paesaggio di questo piccolo paese posto alle pendici del Monte Grappa. Componente fissa del paesaggio agrario, l'olivo viene anche usato come pianta ornamentale: la gente ha per questa pianta un'affezione innata che spinge a coltivarla in ogni ritaglio di terreno. Le oltre 20.000 piante d’olivo coltivate a Pove del Grappa gli valgono la denominazione di “Conca degli Olivi” e il diritto di far parte delle “Città dell’Olio d’Italia”. Oggi gli olivi a Pove hanno trovato una larga diffusione vista la particolarità del clima che caratterizza il paese; si tratta infatti di un’area molto ventilata, solitamente senza nebbia e ristagni di umidità.
L’alta qualità del prodotto si deve anche alla composizione dei terreni di coltura, che, posti ai piedi dei massiccio del Monte Grappa, sono derivati da conglomerati poligenici, intercalati da fasce sabbiose o marmose-argillose.

Pove rientra nella zona di produzione dell’ ”Olio Veneto del Grappa” che ha ottenuto dalla Comunità Europea il riconoscimento di Denominazione di Origine Protetta nell’ottobre 2001. Quest’olio si caratterizza per il colore verdeoro con modeste variazioni del giallo, bassissima acidità, odore fruttato di varie intensità e sapore fruttato con sensazione di amaro per gli oli freschi.

testo http://www.comune.pove.vi.it/web/povegrappa

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