Al medico Prospero Alpini, nato a Marostica, nel 1553, che si è sempre fregiato dell’appellativo di “marosticensis”, gli storici conferiscono il merito di aver per primo in Europa descritto e disegnato la pianta del caffè e di aver reso noto l’uso che ne veniva fatto dei suoi semi tostati per preparare una bevanda fino ad allora pressoché sconosciuta ai veneziani e a molta parte del nord Europa: il caffè.
Suo padre, Francesco, esercitava la professione medica a Marostica con ampia notorietà locale e con notevole successo. Fu lui che spinse il figlio ad abbracciare gli studi di medicina e a partire per l’Egitto, dove viaggiò dal 1580 al 1584, al seguito dell’ambasciatore veneziano Giorgio Emo. L’Alpini, fin dalla giovinezza, era convinto che nessun medico potesse essere perfetto se non avesse visitato diverse regioni e paesi, osservando gli usi e i costumi dei popoli. Egli era un uomo del suo tempo, il Rinascimento, caratterizzato da una innata propensione al viaggio, alla scoperta di mondi nuovi, sollecitata oltre che dal padre, dal suo maestro Melchiorre Guilandino dell’Università di Padova.
Possiamo quindi immaginare che l’incarico affidatogli dalla Repubblica di Venezia di accompagnare il console Emo a Il Cairo si presentò come un’opportunità unica per nutrire quel suo grande desiderio di conoscenza.

prospero La delegazione partì da Venezia il 21 settembre 1580, soggiornando in Egitto per poco più di tre anni, durante i quali Prospero studiò la medicina e la botanica egiziana. Frutto di questa avventura furono due testi De medicina Aegyptiorum (Venezia, 1591), e il De plantis Aegypti Liber(Venezia 1592). La descrizione della pianta del caffè e dell’uso dei semi tostati per prepararne il decotto detto “Caova”, si trova in De Plantis Aegypti Liber: «Vidi nel giardino del turco Halibei un albero che produce quei semi comunemente chiamati Bon, oppure Ban. Con questi semi sia Egiziani che Arabi, preparano un decotto molto conosciuto, che essi stessi bevono al posto del vino, e che viene venduto nelle pubbliche bettole, non diversamente che da noi il vino: e quelli chiamano questa bevanda Caova. Questi semi vengono esportati dalla ricca Arabia. L’uso dei semi Bon è notissimo a tutti. Usano il decotto per rafforzare lo stomaco troppo freddo, per coadiuvare la digestione, ed anche per rimuovere le ostruzioni dai visceri».

Testo di Gianni Giolo tratto da La domenica di Vicenza.

Il prezioso elisir di Prospero si può oggi trovare a Marostica presso la Casa del Caffè, in Piazza Castello.

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